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endorsement

4 aprile 2012
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Shylock non è mai stato convinto di quel che votava. Nell’ordine ha scelto (turandosi il naso) per i Verdi, quando il suo ecologismo era alle stelle, per i Radicali, perché tutto sommato una forza liberaldemocratica in Italia ci vorrebbe, ha optato per improbabili liste liberali e – ma non ricorda bene – ha dato il voto a qualche candidato della sinistra riformista. Forse ha anche votato per i Riformatori Liberali di Della Vedova, ma anche quello non se lo ricorda molto bene. Convinto che Claudio Burlando rappresentasse una vera iattura, votò una volta alle regionali per il candidato dell’altra parte, senza dare però preferenze alle obbrobriose liste che lo sostenevano. Alle comunali poi, essendo residente in un piccolo borgo, la scelta è sempre stata tra liste civiche non facilmente ascrivibili alla destra o alla sinistra.

E’ la prima volta perciò che Shylock sponsorizza con convinzione un candidato: alle comunali di Genova (sta per fare il cambio di residenza) voterà per Enrico Musso, indipendente sostenuto dal Terzo polo. E non lo farà soltanto perché è stufo della sinistra genovese e ritiene impossibile che il declino inarrestabile della città possa essere frenato da chi quel declino ha alimentato per almeno vent’anni con politiche deboli, confuse e clientelari. No, voterà per Musso perché gli sembra la persona giusta: Shylock ha avuto modo di incontrarlo in diverse occasioni, l’ultima qualche sera fa a cena da amici, e ha avuto l’impressione di parlare con una persona ambiziosa ma alla mano, competente ma con l’onestà intellettuale di riconoscere di non poter sapere tutto. Voterà per Musso perché sembra in grado di individuare i problemi della città dando risposte a scarso contenuto ideologico e adeguate all’epoca che stiamo vivendo. Perché se è privo di senso, in una Genova il cui primo datore di lavoro è il Comune (circa diecimila persone considerando anche le municipalizzate) , aumentare i fondi per il pubblico senza prima razionalizzare la spesa e rendere efficiente e produttiva “la macchina”, è al contempo irragionevole gettarsi nelle mani del mercato senza aver posto regole precise e senza aver trasformato il Comune in un controllore attento ed inflessibile. Gli spazi per il mercato si libereranno, progressivamente, valutando situazione per situazione. Voterà Musso perché è un candidato attento alle questioni ambientali, assertore di una raccolta differenziata “spinta”, fautore delle piste ciclabili (da anni lo si vede sfrecciare per la città sulla sua bici elettrica) e di un incremento del trasporto pubblico anche grazie all’impiego delle nuove tecnologie: perché il biglietto elettronico va bene a Helsinki e non dovrebbe funzionare in Italia? Perché in Germania esistono tariffe differenziate a seconda del tragitto che si percorre sul bus mentre a Genova si paga 1euro e 50 sia che si stia a bordo un’ora e mezza sia che si facciano 2 fermate? Voterà Musso perché mentre la sinistra a parole condanna il cemento, poi predispone nei fatti un PUC che prevede la trasformazione di aree produttive dismesse in zone commerciali o residenziali (il che equivale a più centri commerciali e a qualche bella nuova speculazione edilizia, visto che la popolazione è calata in 30 anni di 150 mila unità e non si vede certo il bisogno di nuove case) e perché condanna i cosiddetti distretti di trasformazione, che corrispondono alle aree su cui si giocherà il futuro della città per le quali il Comune non ha previsto alcun piano né imposto alcuna regola, in attesa che siano i privati a farsi avanti.

Voterà Musso perché è il solo candidato che dica cose di destra e di sinistra, non tanto per strizzare l’occhio all’elettore riformista o a quello liberale, ma perché in una città complessa ci vogliono sicurezza e qualità della vita, lavoro pubblico e iniziativa privata, nuove infrastrutture e tutela dell’ambiente, sviluppo del porto e nuove professioni ad alto contenuto tecnologico.

E voterà Musso perché è convinto – con Benedetto Croce – che non basti essere un cittadino onesto per essere un buon amministratore: e se Marco Doria è ritenuto da tutti un uomo limpido e cristallino, ha già dovuto ritrattare su parte del suo programma per adeguarsi ai dettami del PD, da anni volenteroso amministratore del tracollo di una città.

21 commenti leave one →
  1. 4 aprile 2012 09:05

    Se stai per fare il cambio di residenza, temo non potrai votar per Musso: le liste elettorali sono aggiornate ogni sei mesi, che io ricordi.

    Condivido lo spirito di quanto scrivi, in ogni caso. Nel contesto genovese, la candidatura di Musso – che però s’è comportato malissimo col vecchio/nuovo Pli nel quale era rientrato – è l’unica candidatura degna se non altro del dubbio sul votare o meno.
    Tra l’altro, il suo press manager è un mio amichetto caro.

    Viceversa, da ieri è ufficiale che io sia candidato alle comunali di Rieti. Lo faccio per sport, più che altro, non essendoci alcuna chance – e forse nessuna voglia – d’essere eletto consigliere. Lista del Psi, comunque. Nostalgie rosapugniste mai sopite, se vogliamo.

  2. 4 aprile 2012 09:53

    Allora dovresti dire al suo press manager tuo amichetto caro di ingranare la marcia, perché non faccio che sentire amici delusi da Doria (che sta collezionando una sciocchezza dietro l’altra) i cui voti c’è però il rischio vadano dispersi. E poi sul web Musso si vede ancora troppo poco e il momento è giusto per farsi sentire.

    Con la residenza ci provo lo stesso e se dovesse andare male, pazienza: i voti a Musso li porto lo stesso, convincendo gli amici a non votare lo spocchioso rosso.

    Farò un endorsement anche per le elezioni di Rieti: votate Sejo, che scrive intelligenti e informatissimi post sul suo strepitoso blog!

  3. 4 aprile 2012 12:16

    E mo’ gli scrivo, via. Lo invito qui.

  4. 4 aprile 2012 19:55

    Capisco quel che dici. Anche se non conosco Genova. Unica perplessità, quando sento parlare di terzo polo è capire quanto e se un candidato possa parlare anche di laicità.

    • 5 aprile 2012 09:41

      in realtà, cara ‘Povna, è un po’ fuorviante parlare di Musso come candidato del terzo polo: lui si è presentato come indipendente (era senatore del PDL ma ha mollato da un bel po’, diciamo grossomodo da quando nonno Silvio ha esplicitato che la politica era lo strumento per farsi gli affari suoi) e solo di recente, su un programma già più che abbozzato, si sono affiancati UDC, FLI e API (manca qualche sigla?) che hanno evitato di presentare un loro candidato.
      per quel che ne ho capito, Musso sembra un vero liberal-riformista anche in materia di religione, come ha messo in evidenza il suo chiarissimo sì alla costruzione di una moschea in città.

      • 5 aprile 2012 12:26

        Non conosco Musso ma, soppesando bene quello che dici della situazione genovese, non avrei difficoltà a votarlo anch’io, che ho votato un sindaco clericale sostenuto da tutta la sinistra ‘unicamente’ per tener lontani i leghisti dal comune. A livello locale la politica rivela ancora più chiaramente i suoi paradossi. Mi riesce però difficile credere alla solita favoletta, quella per cui, al momento della fatale ‘discesa in campo’ c’era chi credeva veramente in una possibile ‘rivoluzione liberale’ guidata da Berlusconi. Togliamo dal computo i mariuoli. Dei rimanenti si può pensare (e si poteva pensare allora) che fossero veramente poco svegli, o che fossero mossi da anticomunismo viscerale (quello per cui è preferibile stare al governo con un fascista che con un ex comunista), oppure che ce l’avessero con un potere del nostro ordinamento democratico (quello giudiziario), o tutte queste cose assieme. Lo ammetto, considero questo ‘abbaglio’, chiamiamolo così, un marchio difficile da cancellare.

        • 5 aprile 2012 12:29

          Ah, dimenticavo: in contraddizione con quanto appena scritto, sono riuscito a votare ancora Radicale (e Rosa nel Pugno), dopo la rottura di Pannella con Cav. Ma a Pannella, per la sua storia, posso perdonare quasi tutto.

  5. 5 aprile 2012 14:05

    Sarei disposto ad allearmi con un mezzo diavolo se mi garantisse di poter mettere in pratica (con una buona autonomia) quelle idee che considero valide per far funzionare la mia città o il mio paese. sono portato ad interpretare (anche e soprattutto) in questi termini il rapporto tra Musso, i Radicali e Silvio B. Anche perché B., che è stato pur sempre una sciagura per l’Italia, non è un dittatore e ha sempre operato all’interno di una più o meno normale pratica democratica.
    Il problema, semmai, non è quello di essersi schierati anche con Berlusconi: queste operazioni si pagano elettoralmente perché la gente – soprattutto una certa parte dell’elettorato di sinistra – pretende coerenza e non accetta alcun tipo di intelligenza col nemico. Si può discutere all’infinito sul fatto che ciò sia frutto di un certo massimalismo tipicamente sinistro-italiano, tuttavia non si può non tener conto che queste operazioni di posizionamento politico “trasversale” si scontano nella cabina elettorale.

  6. 5 aprile 2012 19:22

    Capisco ciò che dici, e anche le ragioni per cui la scelta di un candidato buono, che smuova e garantisca cose, sia prioritaria. Ti confesso però che -. in modo assolutamente ‘ideologico’ – io non riesco a pensare di votare un candidato che porta voti all’UdC.

    (ps. il progetto della Rosa lo votai anche io)

    • 5 aprile 2012 19:32

      sembra che gli elettori della Rosa nel pugno si siano dati appuntamento tutti qui allora!

      Ti confesso che non giudico più indigeribile il doroteismo dell’UDC al giustizialismo di Di Pietro o al massimalismo di Sel (a me piacerebbe dire il “radicalismo” di Sel, ma poi l’amico Sejo – che ringrazio pubblicamente per aver pubblicizzato Shylock direttamente a Enrico Musso – si arrabbia!). Comunque, in questo caso, abbiamo fatto il miracolo: l’UDC, FLI e chi più ne ha più ne metta, sono spariti e a sostenere Musso sarà solo una grande lista civica al cui interno sono presenti alcuni nomi espressi dal terzo polo. Mi sembra una formula abbastanza inedita in Italia.

      • 5 aprile 2012 19:49

        No no, m’incazzo proprio. Le parole, come dice un massimalista giacobino che fa del cinema anche bello, sono importanti. ROFLMAO

        Comunque, mi diverte molto questa attrazione magneto-meccanica fra elettori o altro della RnP. Siamo tutti un po’ orfani, un po’ apolidi, un po’ esuli; qui è come prendere un bicchier di vino al bistrot. Mancano solo i fratelli Rosselli.

  7. 6 aprile 2012 10:18

    Sui fratelli Rosselli dissento, ma si sa che anche per la Rosa nel Pugno io rappresentavo l’ala destra 🙂

    • 6 aprile 2012 10:41

      Al bistrot puoi portarci anche Pacciardi, eh.

      • 6 aprile 2012 17:31

        come hai fatto a capire che io ho sempre provato una fortissima simpatia per Randolfo e per il suo italico gollismo?

        • 9 aprile 2012 21:31

          So mica se l’ho capito.

          Ho sempre pensato che abbia rappresentato la parte migliore del, passa il termine, conservatorismo italiano. Non il conservatorismo à la Malagodi ma un conservatorismo in senso classico, appunto liberale. Modernista, antitotalitario, à la progressive conservative del dominio canadese.
          Ergo, il polo opposto del continuum che vide i Rosselli a costruire – perdona i toni lirici, ma mi emoziona – quanto di più bello potesse uscir fuori da quella Europa martoriata.

          • 10 aprile 2012 13:18

            Su Pacciardi è appena uscito un libro pubblicato da quei bravi, emeriti cristi di Rubbettino (il più limpido contributo calabrese alla crescita del paese).

            Sul progressive conservatism canadese cedo il passo: ma chi diavolo sarebbero?

            • 10 aprile 2012 15:13

              I tipi di Rubbettino sono fra i miei favoriti. Ogni anno, alla festa della piccola editoria a Roma, vado a salutarli e a ringraziare. Prenderò il libro sul tuo gollista; grazie per la dritta.

              I PC sono fra i fondatori del Conservative Party canadese. Per anni la destra del dominio ha avuto partiti regionali, organizzati come club più che come partiti nostrani. Poi si son sciolti gli uni con gli altri e hanno stravinto le elezioni. Gente che sta ancora alla sinistra della Bindi e di Vendola, peraltro. Divertente il nome, comunque. In italiano è un ossimoro bello e buono.

  8. 6 aprile 2012 22:07

    d’altra parte sei liberale, è giusto che tu voti musso

    • 7 aprile 2012 09:39

      è anche questione di liberalismo, ma è soprattutto altre cose: una persona che parla chiaro, che ha scritto un buon programma (con un’impostazione pragmaticamente liberale) e soprattutto l’unica remota possibilità di cambiare qualcosa in questa città, perché tu stesso ammetterai che dalla sinistra genovese ormai non possa venir fuori più niente di buono

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